Dissertação
A condição da vida humana: perspectiva ética em Giorgio Agamben
Fecha
2017-03-24Autor
Salvetti, Ésio Francisco
Institución
Resumen
Questo studio si propone di presentare la prospettiva etica che opera nel progetto
filosofico di Giorgio Agamben. Al fine di sostenere le tesi che saranno di seguito esposte, in
primo luogo si analizza la condizione della vita umana esposta alla logica biopolitica, una logica
ispirata dall’amministrazione giuridica, economica, politica e tecnica della vita. La
comprensione di questo scenario, rende possibile il passaggio al fulcro dell’indagine: ci sono
prospettive per una forma-di-vita etica e felice? Se possibile, quali condizioni? Al fine di
illustrare le conseguenze del pensare l'etica nel contesto della biopolitica, in secondo momento,
la ricerca approfondisce l'importanza dell’esperienza di Auschwitz, luogo per eccellenza della
produzione e trasformazione dell’uomo in non-uomo. Con spavento, ci si può rendere conto
che la struttura giuridico-politica di Auschwitz risulta ancora attuale. Ora, ci addentriamo in
una idea di umano nella quale, secondo Agamben, ciò che conosciamo come umano è il frutto
di una decisione politica. L’ipotesi avanzata identifica l’uomo come un essere che può la sua
propria impotenza, è a partire dalla potenza-del-no che l’etica è pensata. In terzo momento, la
ricerca difende l’idea che l’etica non può essere ridotta a norme e doveri. Il dovere esonera il
funzionario dai suoi atti, e di conseguenza separa la vita dall’azione, la coscienza soggettiva
dalla funzione esercitata. L’esempio emblematico di questa cesura è Eichmann, un funzionario
esemplare che seguiva soltanto ordini e regolamenti e che ha invocato questo nella sua difesa
quando viene caricato di responsabilità. Contro questo paradigma la prospettiva etica che si può
rilevare in Agamben è la costruzione di una forma-di-vita con un potenziale di resistenza ai
dispositivi biopolitici. Pensare all’etica ha senso soltanto se non si prende come riferimento la
legge, dal momento che, se l’uomo fosse o dovesse assumere una determinata sostanza o un
determinato destino non ci sarebbe esperienza etica ma solo doveri da compiere. La forma-di-
vita è la vita capace di dare forma al suo modo di vivere senza rimanere intrappolata nei
dispositivi che pianificano la nostra società. Sebbene Agamben non abbia sviluppato un vero
sistema teorico sul tema dell’etica, il suo progetto filosofico non la ignora. In tal senso, etica è
la forma-di-vita che non si assoggetta docilmente a standard prestabiliti, nella misura in cui essa
crea la regola e non il contrario. La regola è ridotta ad una direzione esterna della vita scelta.
Risulta dunque essenziale la forma in cui ogni soggetto struttura e organizza i suoi
comportamenti. È quest’ultima scelta essenziale nella costruzione della soggettività. This study intends to show an ethical perspective in the philosophical project of
Giorgio Agamben. To sustain this thesis, first of all, it is analyzed the condition of human life,
exposed to the biopolitics logic, a logic characterized by legal, economic, political management
and by the technique of life. Understanding this scenario leads to questioning the following:
Are there any perspectives to an ethical and happy style of life? If affirmative, in which
conditions? Intending to highlight the challenges to think ethics in a biopolitics context, the
research looked into, in a second moment, the actuality of Auschwitz, local for production
excellence and transformation of man and non-man. Surprisingly, it will be able to realize that
the legal-political structure of Auschwitz remains modern. It is presented the limit in which
contemporary biopolitics may reach, which was to produce in a human body the absolute
separation between non-man and man. From this thought it is looked into the conception of
human from Agamben’s viewpoint, highlighting that what we know as human is a political
decision. The hypotheses is that man is a being that shapes his own impotence, being from the
potential of no that ethics is placed to be thought. Thirdly, the research deals with the idea that
ethics cannot be reduced to rules and regulations. A rule releases an individual from
responsibilities for his actions, having as consequence, the separation between life and action,
the subjective consciousness and a performed function. An emblematic example of this division
is Eichmann, a role model of an employee that has always followed the rules and claimed that
in his defense as asked about his responsibility. Against this thinking, the ethical perspective
that will be highlighted from Agamben is the one about the construction of a style of life with
the potential to resist biopolitical mechanisms. It only makes sense to think about ethics if away
from the law, because, if man were or had to be a certain substance or destiny, there would not
be ethical experience but duties to be accomplished. The style of life is life able to shape a way
of living without being stuck to devices that determine and regulate society. Agamben does not
have a systematic ethical theory, but he does not neglect it in his philosophical project. Ethics
is the style of life that does not submit easily to previously determined patterns: it is what creates
the rule and not the opposite. The rule is an external orientation to a chosen life. The essential
is the way by which each person structures, organizes and defines his behaviors. That is what
will generate repercussions in the constitution of subjectivity.